domenica 15 aprile 2018

Il Galliera "chiude" agli infarti

Il pronto Soccorso del Galliera “chiude” le porte a chi ha gravi problemi cardiaci come l’infarto e le malattie in fase acuta del sistema cardiocircolatorio. Si parte martedì sera alle otto e si finisce a fine agosto, anche se la fase più delicata sarà fino all’alba del 7 maggio, periodo in cui il divieto sarà in vigore sia di giorno che di notte, mentre nella seconda fase (dal 7 maggio al 31 agosto) i ricoveri saranno possibili solo dalle 18 alle 7 del mattino, mentre nei fine settimana (sempre dalle 18 alle 7) e nei giorni festivi dovranno sempre essere autorizzati dal cardiologo di guardia.

Una situazione ad alto rischio per i pazienti, che rischia di mettere in ginocchio anche il sistema dell’emergenza, soprattutto il San Martino e il Villa Scassi. Si è arrivati a questo punto perché non può più essere utilizzato e deve essere sostituito uno dei due angiografi (il costo supera i 300 mila euro, ndr) , apparecchiatura che viene usata per il trattamento dell’infarto e delle malattie del sistema cardiocircolatorio, oltre che per gli interventi di Chirurgia vascolare, di Neurochirurgia e di Radiologia interventistica.


Da martedì sera e per più di quattro mesi, la centrale del 118 non potrà più fare conto sul pronto soccorso del Galliera per le emergenze cardiologiche e dovrà quindi dirottare le ambulanze al San Martino e al Villa Scassi di Sampierdarena.

«Non c’erano alternative -commenta il direttore sanitario del Galliera Giuliano Lo Pinto - dal momento che un angiografo non può più essere utilizzato e l’altro è condiviso da tutti i reparti per gli esami ai ricoverati e per le urgenze interne. Tra l’altro in questi giorni abbiamo trasferito i dodici letti di Cardiologia nell’area dell’unità di crisi per poter fare alcuni interventi urgenti di manutenzione».
Ma non era possibile evitare di restare con un solo angiografo? «È stata fatta una gara d’appalto durata più del previsto e comunque per la sostituzione di quest’apparecchiatura serve almeno un mese tra montaggio, collegamento al software e tutti test previsti prima di metterlo in funzione.

Contiamo molto sul filtro del 118 e sul la collaborazione degli altri due ospedali: non vorremmo trovarci nella condizione di non poter trattare un paziente grave perché ne stiamo trattando un altro. Sia chiaro, però, che, se una persona si presenta al pronto soccorso con un infarto in atto, non la mandiamo via».

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